Donne e politica, la proposta di una mamma che lavora


In vista delle elezioni politiche vogliamo proporvi l’intervento di una politica che per prima cosa nella vita è mamma come tante di voi. Per questo il suo commento vuole mettere in evidenza le esigenze primarie di una donna e di una mamma nella vita di tutti i giorni. Ecco qua cosa afferma.

Sono una mamma. Una mamma che lavora, e che ha deciso di partecipare alla vita politica del Paese aderendo al movimento “Fermare il Declino”. Faccio delle tematiche legate alla famiglia – e soprattutto all’essere genitore – uno dei miei punti di più forte interesse, ed è per questo che vorrei sottoporvi alcune riflessioni. Il parlamento italiano è composto da circa 945 onorevoli. Solo 199 sono donne. A logica dovrebbero essere almeno 472. Di questa sparuta minoranza non ci è dato sapere quante sono mamme. A giudicare dalle leggi promulgate in materia, direi pochine. L’equilibrio tra i sessi fra le candidature è sbilanciato in partenza, quindi è anche compito nostro partecipare alla vita politica affinchè questa sia più pratica e finalizzata alle soluzioni di questioni concrete. Lo stato di “minoranza politica” di una categoria maggioritaria di cittadini è il segno dei limiti della democrazia reale, La composizione per sesso degli organi decisionali e di rappresentanza esercita un impatto determinante sulla implementazione di politiche e misure che incidono direttamente o indirettamente sulla vita delle famiglie. Aggiungo che all’aumentare di donne ai processi decisionali spero possa corrispondere un’altrettanta percentuale di mamme considerato che annualmente le nostre schiere aumentano di almeno 400.000 unità e che ad oggi sul territorio italiano ci sono almeno due milioni di mamme con figli sotto i 5 anni, che combattono giornalmente con orari di lavoro inconciliabili e pregiudizi di genere.
Il governo Monti ha deciso di venire incontro con il contributo baby sitter (20 milioni di euro) per 11.000 neo-mamme. Le altre 1.400.000 mamme dovranno arrangiarsi.
Ecco ciò che io e il partito cui aderisco vorremmo portare in Parlamento:
1) Part time
Rientrata a lavoro dopo la maternità una donna dovrebbe aver diritto di poter scegliere se optare per un orario full time o part ime e qualora decidesse di optare per quest’ultimo l’Inps dovrebbe farsi carico della sua contribuzione almeno fino al compimento del 5° anno di età del bambino. Al contempo all’azienda dovrebbe essere concesso uno sgravio fiscale che compensi economicamente lo sforzo riorganizzativo che la scelta della dipendente comporta.
Oltre gli evidenti vantaggi per le mamme, i loro bambini e i loro partner, la proposta ha le seguenti ripercussioni:
a) si incrementano le nascite;
b) si riducono le richieste di sussidi di disoccupazione nei nuclei familiari dove si è dovuto rinunciare al lavoro della mamma (che spesso ha la necessità di contribuire economicamente ai bisogni della famiglia)
c) aumenta il valore Isee delle famiglie;
d) si contribuisce alla sopravvivenza del sistema pensionistico.
2) Asili e scuole materne interne
Dovrebbero essere concessi sgravi contributivi e incentivi alle aziende perché vengano realizzati nidi e scuole delle infanzia interni alle aziende.
Ciò consentirebbe:
a) alle mamme di poter lavorare vicino ad i propri piccoli;
b) ridurrebbe il problema di carenza di asili e scuole dell’infanzia
c) creerebbe nuovi posti di lavoro per personale specializzato
3) Orari flessibili per le mamme con figli sotto i 5 anni
Gli orari d’ingresso e di uscita di asili e scuole materne non si conciliano con quelli del lavoro dei genitori. Le famiglie sono costrette a sopperire a quest’inefficienza ricorrendo a cooperative private che tengono i bambini fuori dagli orari di scuola e questo spesso anche per piccoli lassi di tempo. Sebbene il costo di questi servizi sia rapportato al valore Isee delle famiglie si tratta comunque di spese importanti che gravano sulle famiglie e potrebbero essere tagliati se fosse introdotta in azienda una certa tolleranza negli orari di ingresso e di uscita da lavoro perlomeno per i genitori dei bimbi più piccoli. Tali riduzioni di orario potrebbero poi essere recuperate nel corso della pausa pranzo.
FARE presto e FARE bene.Sarah Di Tardo

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