Sfila la collezione Barock, di Sabrina Persechino

Collezione Barock Sabrina Persechino
Il mondo dell’alta moda trae ispirazione da qualsiasi cosa: arte, architettura, musica…ogni suggestione diventa un’idea creativa per sviluppare concetti innovativi e tradurli in abiti da sogno. Il  concept della collezione BAROCK di Sabrina Persechino, ha come tema le cupole, intese non solo come coperture voltate, ma soprattutto come strutture sospese che concorrono a un complesso di statica-dinamica.

“Le cupole sono l’emblema della classicità, ma nel periodo tardo rinascimentale-barocco alcuni “equilibri” vengono manomessi e forzati sia nelle dimensioni che nell’aspetto estetico”, spiega Sabrina Persechino.
“Un simile processo di rottura avviene nella musica con la nascita del Rock. Da qui il nome BAROCK: unione tra barocco e rock che sottolinea la rottura degli schemi con cui si è portati a vedere e a rappresentare le cupole. Un’esasperazione degli elementi strutturali, estetici, decorativi, che si tramutano in abiti, dando vita a texture, tagli geometrici e di sostegno all’abito stesso, anche mediante catene e accessori”.

La scelta è stata quella di non limitarsi alle cupole romane ma di allargare lo sguardo a quelle rinascimentali, moderne e contemporanee, come i riflessi dorati delle cupole arabe o le strutture di quelle in ferro e vetro.La collezione parte dallo studio delle cupole di: S.Ivo alla Sapienza di Borromini (pianta, disegno del pavimento, cupola e lanterna) e  le chiese gemelle di Piazza del Popolo rivestite di lavagna/ardesia squamata (Roma); Santa Maria del Fiore (mattone rosso, centina e costoloni) (Firenze); Parlamento di Norman Foster (Berlino); di quelle delle Gallerie Umberto (Napoli) e Vittorio Emanuele (Milano).

Il sistema delle cupole è stato destrutturato per cogliere un particolare: l’ elemento decorativo, lo studio matematico-geometrico della pianta come proiezione a terra della cupola stessa, le centine e gli anelli, i pennacchi, i costoloni, il tamburo, la lanterna… Così, il poligono delle forze  e la curva delle pressioni diventano la struttura dell’abito, oltre che elementi di disegno puro. Le sospensioni, irrigidite, emulano le casseforme e le centine, oltre che la catenaria, la curva secondo cui si atteggia una fune soggetta solo al proprio peso.

Un susseguirsi di squame in skai e paillettes ricordano i tetti delle chiese gemelle di piazza del Popolo a Roma, e si alternano  ai giochi di stampe geometriche che, nell’incontro con sfaccettature di nuances marroni, richiamano il pavimento di Santa Maria del Fiore a Firenze. Grintose tonalità del nero contrastano i punti luce argento scintillii dorati esaltano le nervature delle cinte metalliche che rievocano i disegni della cupola e della pianta di S.Ivo alla Sapienza, dalla cui lanterna si articola il ricamo  che avvolge la figura femminile a mo’ di  spirale su fondo bianco. L’armonia della cupola del Reichestag  di Berlino si traduce in volumi arditi e in fasce alternate opache  e trasparenti; il gioco dei cassettoni del Pantheon si articola in elementi rettangolari, sovrapposti e con diverse rese materiche; mentre la struttura della cupola della Galleria Vittorio Emanuele II,  successione di meridiani e paralleli, si tramuta in gabbia-mantello, in colli steccati e in tagli a raggiera, questi con un forte richiamo al gioco delle forme di Santa Sofia a Costantinopoli.

Tra i tessuti utilizzati prevalgono le sete: satin, duchesse, mikado, ottoman, chiffon, georgette; oltre che velluti in seta, lane e damascati. La cartella colori si ispira  alle tinte naturali delle materie delle strutture analizzate, come il bianco, l’oro, l’argento, il nero e i toni del marrone.

Il team che ha collaborato al disegno e alla realizzazione della collezione è composto da giovani di diverse competenze e nazionalità: un writer, un regista, un fotografo, disegnatori di moda e accessori, neo laureati e studenti in Architettura e Scienza della Moda.

Sabrina Persechino: “La scelta di collaborare con giovani di formazioni, competenze e nazionalità diverse ha permesso di instaurare un dialogo costruttivo di ampio confronto culturale. Come in una tavola rotonda, ogni idea e discussione legata al tema delle cupole, ha preso forma e sceverato i vari aspetti cognitivi ed estetici, affrontati secondo genesi culturali differenti. Da qui la trasformazione non solo dei disegni di moda, ma la riflessione sui vari aspetti comunicativi e percettivi degli elementi macroscopici e  microscopici presi in considerazione”.

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Amante del Fashion scrive di moda e di lifestyle dal 2010. Ha collaborato con alcune riviste locale di settore e scrive su Leichic dal 2013.

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