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Cinema

La recensione di Youth, La Giovinezza: il nuovo film di Sorrentino presentato a Cannes 2015

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Presentato alla 68a edizione del Festival di Cannes, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, Youth – La giovinezza. 17 minuti di applausi per una pellicola che ha tutte le carte in regola per vincere l’ambita Palma D’Oro: uscito al cinema lo scorso 20 maggio, dopo la Première nella città francese, sta già riscuotendo un certo successo. Ecco la recensione del film.

Come “La grande bellezza”, il film inizia e si caratterizza per la musica. Ambientato in Svizzera in un resort di lusso immerso nel verde estivo delle Alpi, Youth affronta il tema della vecchiaia attraverso le riflessioni dei due protagonisti: Fred Ballinger (Michael Caine), celebre compositore e direttore d’orchestra e Mick (Harvey Keitel), regista hollywoodiano alle prese con la sceneggiatura di quello che dovrebbe diventare il suo “testamento artistico”.

Amici di vecchia data, entrambi ottantenni, si ritrovano in questo ritiro dorato insieme ad altri ricchi ospiti: c’è un Maradona ai limiti dell’obesità, una Miss Universo, un giovane – e frustrato – attore americano in fase di studio del nuovo personaggio da interpretare, e molti altri.

I due amici parlano, riflettono, osservano e interagiscono con gli ospiti. Ognuno, a proprio modo, portatore di bellezza e perfezione. Al contrario de “La grande bellezza”, però, qui è già esaudita. Fred ha già composto la sua opera più bella, Mick ha già girato i suoi film migliori, Maradona ha fatto la storia del calcio, Miss Universo sarà sostituita dalla prossima donna più bella del mondo.

Si tratta quindi solo di aspettare la fine? No. Non è il “fare” che rende la vita degna di essere vissuta, ma le emozioni, che si esauriscono nemmeno a ottanta anni ma diventano l’input per ricordare. Così i protagonisti si soffermano sul passato, chi riprendendo in mano il rapporto con la figlia – Fred, il compositore – e chi focalizzandosi, a tratti maniacalmente, sulle attrici dei propri capolavori (Mick il regista).

Un film capace di divertire e commuovere, un elogio alla bellezza, guardata e ascoltata. A tratti discutibile ed esagerato, come lo stile del regista, Youth è come una panoramica della vita con due diversi punti di vista, la giovinezza e la vecchiaia, che non per forza rappresentano uno l’opposto dell’altro.

Articolo a cura di Elena Saletta

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