5 donne a cui ispirarsi nel 2023

5 donne a cui ispirarsi nel 2023
Le donne hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nella società, spesso lottando contro le discriminazioni e le limitazioni imposte da una società che per secoli è stata patriarcale (e in vaste zone del mendo lo è tuttora).

Non si contano, infatti, le figure femminili che hanno avuto un impatto significativo nella storia, ispirando generazioni di donne a realizzare i loro sogni e le loro ambizioni. E anche oggi, nonostante una società profondamente cambiata rispetto a soli 30 o 40 anni fa, continuiamo ad ammirare tutte quelle donne che rappresentano il meglio della forza, della determinazione e della perseveranza femminile. 5 donne a cui ispirarsi nel 2023, dalle arti alla scienza, dallo sport alla politica.

Taraneh Alidoosti

Immagina di essere l’attrice più in vista del tuo Paese, vincitrice di premi in tutto il mondo tra cui l’Oscar 2017 per il miglior film straniero. Insomma, una gloria nazionale. Potresti legittimamente fregartene di ciò che accade intorno a te e goderti solamente i soldi e il successo. Per fortuna l’attrice iraniana Taraneh Alidoosti la pensa in un modo differente. L’aveva già dimostrato proprio in occasione della vittoria agli Oscar, boicottando la premiazione contro le politiche anti-immigrazione di Trump. E ha rincarato la dose schierandosi apertamente con i manifestanti in occasione delle recenti proteste contro il regime degli Ayatollah, postando su Instagram una sua foto, destinata a fare la storia, in cui non indossava il velo e in cui reggeva un cartello recante lo slogan “Donna, vita, libertà”. Per questo gesto, e per altri post duramente critici verso il regime, Taraneh è stata arrestata e rinchiusa 19 giorni nel terribile carcere di Evin a Teheran, luogo di detenzione degli oppositori politici, fino alla scarcerazione avvenuta su cauzione. Taraneh Alidoosti ha dimostrato che se la causa è giusta non bisogna mai restare in silenzio, a costo di mettere a rischio la propria posizione di privilegio.

Maia Sandu

C’è una donna che da mesi sta lottando con coraggio per evitare al suo Paese la stessa sorte dell’Ucraina. È Maia Sandu, presidente della Repubblica della Moldavia, una nazione dagli equilibri molto fragili che fin dalla dichiarazione d’indipendenza del ‘91 deve fare i conti con l’ingombrante presenza al suo interno dell’autoproclamata Repubblica filorussa della Transnistria, i cui oligarchi sobillano l’opposizione interna, organizzando manifestazioni e proteste, per spingere il Paese verso Putin. Ma Maia Sandu, da fervente europeista qual è, non ha nessuna intenzione di piegarsi a Mosca. “I tentativi del Cremlino di portare la violenza nel nostro Paese non avranno successo”, ha dichiarato con grande fermezza. Il celebre giornalista francese Pierre Haski ha detto che Maia Sandu ricopre uno degli incarichi più difficili del mondo: “Questa donna, che si esprime sempre con una voce calma, è la presidente di un Paese che confina con l’Ucraina, comprende un territorio secessionista occupato da truppe russe ed è sottoposto a un ricatto energetico e ad azioni destabilizzanti di ogni tipo”. Ma tutto questo, evidentemente, non la spaventa.

Amalia Ercoli-Finzi

Per i più giovani è “solo” la divulgatrice scientifica di Splendida Cornice, il piacevole show di Geppy Cucciari che ha animato il palinsesto primaverile di Rai 3. Ma Amalia Ercoli-Finzi, 86 anni portati magnificamente, è molto, molto, molto di più. Negli anni ‘50, quando in Italia vigeva ancora un rigido patriarcato e le donne venivano spinte più a maritarsi che a studiare, ha rotto gli schemi diventando la prima donna nel nostro Paese a laurearsi in ingegneria aeronautica (“In facoltà i bagni per le femmine non erano nemmeno previsti”, racconta oggi divertita), ovviamente con lode, e in seguito docente di meccanica orbitale. Per menzionare il suo curriculum non basterebbero cento pagine: consulente della NASA e dell’Agenzia spaziale europea, ha progettato strumenti, realizzato teoremi e messo lo zampino in programmi e missioni spaziali di grande rilevanza. È riconosciuta come una delle personalità più importanti al mondo nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali. Tutto questo non le ha impedito di avere pure 5 figli. Crediamo che Amalia Ercoli-Finzi sarebbe emersa in qualsiasi campo, anche si fosse occupata di carte da parati o di giochi di casinò. A Splendida Cornice l’abbiamo apprezzata per i suoi interventi arguti e brillanti ma mai saccenti. “Mi piacerebbe vedere molte più donne in campi tradizionalmente maschili come la scienza e la tecnologia”, ha dichiarato di recente, “perché non siamo più solamente gli angeli del focolare”.  Come darle torto?

Sofia Raffaeli

Sportive italiane a cui ispirarsi ce ne sono per fortuna parecchie, sia del passato che del presente. Ma dall’anno scorso le più giovani, non soltanto quelle dedite alla ginnastica, hanno una sola campionessa di riferimento: la “formica atomica” Sofia Raffaeli, nuova stella della ginnastica ritmica. Sofia è la dimostrazione che con il talento e la forza di volontà si possono raggiungere traguardi insperati, a dispetto di un fisico all’apparenza “penalizzante”: 157 cm di altezza per 37 kg di peso. Uno scricciolo che sulla pedana di gara diventa un colosso. A soli 19 anni la marchigiana ha già un palmares scintillante con la gemma dei 5 ori e 1 bronzo ai Mondiali 2022 di… Sofia (nomen omen) in Bulgaria, che l’hanno resa famosa in tutta Italia e non solo. Poche settimane prima aveva aggiunto ai suoi trofei il diploma di maturità al Liceo delle Scienze Umane, perché sport e studio possono benissimo coesistere. Quest’anno è attesa al bis ai Mondiali di Valencia ma il vero obiettivo sono le Olimpiadi di Parigi nel 2024. Intanto la rivista Forbes l’ha inserita nell’elenco dei 100 innovatori under 30. What’s else?

Jamie Lee Curtis

Ci eravamo un po’ tutti scordati di Jamie Lee Curtis, figlia del mitico Tony e di Janet Leigh, icona indiscussa degli anni ‘80 e ‘90 grazie alla saga di Halloween e film come Una poltrona per due, Un pesce di nome Wanda e True Lies. Il tempo, si sa, scorre crudele e chi non resta sulla cresta dell’onda finisce presto del dimenticatoio. Ma probabilmente Jamie aveva soltanto di meglio da fare: come occuparsi delle persone più fragili, visto che supporta il Children’s Los Angeles Hospital, è impegnata con l’organizzazione non-profit Women In Recovery per la riabilitazione di donne in difficoltà ed è coinvolta nella Children Affected by Aids Foundation. Splendido esempio di star privilegiata che si spende per gli altri, non è così scontato. Poi quest’anno è riapparsa, radiosa, sul palcoscenico più importante: Oscar come miglior attrice non protagonista per il film Everything Everywhere All at Once, la prima statuetta a 65 anni, probabilmente quando non ci credeva più nemmeno lei. Nel backstage ha fatto sorridere tutti raccontando di aver saltato la cena ufficiale dell’Academy perché “finiva troppo tardi”. Una scelta decisamente rivoluzionaria nell’epoca dell’esserci a ogni costo.

Raffaele Dambra

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