Collezioni a/i 2014/15: la novità secondo Laura Biagiotti sarà la Body Blanket


Il guardaroba invernale 2014/15 secondo Laura Biagiotti sarà mutante e reversibile. La donna cambia pelle giocando con la convertibilità dei capi e con la molteplicità delle funzioni: la nuova moda è in continuo divenire, atteggiamento prima che oggetto, in relazione con le emozioni che l’abito suscita, ispira e rivela.

CROCO-STYLE: a dominare la scena sono le scaglie, decori, ricami, lavorazioni. Per capispalla e completi in tessuti 3D: goffrati, iridescenti e cangianti. Squame in versione maxi si formano sulla cappa di maglia jacquard. Sono ricamate nell’abito a corolla con il corpetto dai tagli futuristi, intarsiati nella giacca di panno double e traforate con il laser sulla pelle, che viene sovrapposta al tessuto senza cuciture. Cocco-mania anche per la mini clutch, mentre scorze in vernice, mat o metallizzate si ritrovano sullo stivale a tubo e nella peep-toe bicolore. Effetto mimesi per gli occhiali a mascherina in acetato battuto e per i collants con le squame.

FOLK-ROSE: appeal metropolitano con vagheggi folk per i ricami e le stampe. La nuova femminilità ridisegna i canoni: tratti scolpiti convivono con linee fluide, i tessuti scivolano sul corpo, le gonne arrivano sotto il ginocchio. La rosa si mescola alle righe nella fantasia effetto chinè. Il capo passpartout è la body blanket, che trionfa dal giorno alla sera declinata in maglia, panno stampato e cashmere double. Frammenti di ricami di fiori pixelati creano nuovi spazi di seduzione. Emerge su tutto la voglia di creare volumi: l’uso sapiente di materiali vaporosi produce masse lussuriose e iper-leggere. Incedono in passerella capi di angora e di mohair, all’insegna di una nuova morbidezza, insieme allo scenografico cappotto di Mongolia, realizzato anche con le maniche di maglia. Il pizzo, quintessenza della femminilità, si tinge di rame per un seducente effetto nudo.

QUEEN OF CASHMERE: è una stagione ricca di maglia, per un inverno nel segno della treccia. Esaltata e romantica nei capi tricot, diventa un decoro grintoso nel ricamo, quasi a formare una catena scomposta, e un tratto grafico nella stampa. Trecce trompe l’oeil si rincorrono nel tailleur di seta, nella camicia di chiffon e nell’abito lungo. Ma accade anche l’inverso: trame di tessuti maschili come il pied-de-poule e lo spinato diventano punti di maglia per abiti, maxi pull e blazers jacquard, illuminati da bagliori lurex. La sinfonia del cashmere di Laura, definita “la Regina” dal New York Times, suona tutte le note: le armature importanti del capospalla si alternano alle trame sciolte della maxi rete. Forme spazialiste come il poncho convivono con tubini sagomati. Strati di cashmere si sovrappongono e mettono l’accento sui dettagli: il collo reversibile che forma un cappuccio, i lunghissimi guanti che danno l’illusione di una manica, il bracciale con le trecce che forma un polsino. Le lavorazioni doppie esprimono l’essenza del guardaroba reversibile. La maglia tubolare infatti permette di ottenere un tessuto a due facce, portabile da entrambi i lati, dando vita a due pannelli lavorati contemporaneamente ma allo stesso tempo indipendenti.

PALETTE: contrasto bianco/nero; toni folk bordeaux, amaranto, arancio e verdone; lampi metallici resi da fili lurex; oro, argento e rame nel pizzo e nei ricami; bianco Laura sfumato in tutti i toni dei neutri fino al marrone.

La body blanket è la vera novità del prossimo anno, e più che un capo è un piacere. Lo spirito trae giovamento dal senso di calore, protezione e familiarità che una “coperta da corpo”, questa la traduzione letterale, trasmette. Simile al poncho e alla mantella, si differenzia per il suo potere avvolgente e per la capacità di mantenere costante la temperatura corporea sia in climi caldi che freddi. Non sorprende dunque che la “body blanket” sia usata trasversalmente nelle regioni montane come in quelle desertiche. Da qui la sua anima “folk”, che evoca le popolazioni andine tanto quanto le tribu’ africane. Versione glamour della coperta di Linus da indossare con e senza cintura, indispensabile compagna di avventure di viaggio, conferisce un’aura regale a chi la indossa. Le origini del termine sono dibattute, potrebbe derivare dal blanc francese ma molto più probabilmente proviene da un tessuto chiamato Blanket, molto pesante e peloso, realizzato da Thomas Blanket, tessitore fiammingo vissuto a Bristol, in Inghilterra, nel quattordicesimo secolo. Rimane la certezza che questo capo non potrà mancare nel vostro guardaroba.

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