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Attualità

Leone XIV incontra Roberto Benigni e elogia il nuovo monologo: “Bellissimo, il tuo Pietro parla d’amore”

Uomo in giacca nera e camicia bianca posa sorridendo davanti al pannello blu della Mostra di Venezia

Papa Leone XIV ha incontrato l’attore italiano Roberto Benigni nel Palazzo Apostolico, in un momento segnato da un dialogo profondo su cinema, cultura e spiritualità.

All’incontro erano presenti anche Giampaolo Rossi, CEO della Rai, e Simona Ercolani, CEO e direttrice creativa della Stand by Me, produttrice, insieme alla Vatican Media, del monologo “Pietro, un uomo nel vento”, che andrà in onda su Rai1 il 10 dicembre in prima serata.

Papa e Roberto Benigni conversano su cinema, fede e grandi opere letterarie

Durante l’incontro, prima della proiezione, il Papa e Benigni hanno parlato a lungo di cinema. La vita è bella — il film per il quale Benigni vinse l’Oscar nel 1999 — è uno dei quattro film preferiti di Leone XIV, insieme a La vita è meravigliosa, il classico natalizio del regista americano Frank Capra.

Il Papa e Benigni hanno discusso anche delle vite di San Pietro, Dante e Sant’Agostino, della Divina Commedia e delle Confessioni.

All’incontro erano presenti Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Stefano D’Agostini, Direttore della Vatican Media, e vari collaboratori di Benigni.

“Pietro, un uomo nel vento”: il monologo girato nei giardini segreti del Vaticano

Un monologo di quasi due ore su un palco allestito nei giardini del Vaticano, quei luoghi “segreti, dove nessuno va mai, solo i Papi”.

Nel programma “Pietro, un uomo nel vento” di Rai1, Roberto Benigni racconta la vita del Principe degli Apostoli, la “roccia” sulla quale Gesù ha costruito la sua Chiesa. 

E sulla quale è stata edificata la Basilica Vaticana, poiché le sue reliquie si trovano nella tomba sotto l’Altare della Confessione, sormontato dal baldacchino del Bernini.

In due ore ininterrotte, Benigni narra la vita di Pietro, il pescatore di Cafarnao chiamato da Gesù a diventare “pescatore di uomini”, dal momento in cui vede il Messia per la prima volta, indicato da Giovanni Battista.

Il racconto termina con l’arrivo di Pietro nella Roma imperiale, in un periodo segnato dalla persecuzione dei cristiani.

Il risultato è un ritratto unico di Pietro, “l’uomo in carne e ossa, il pescatore, l’apostolo al quale Gesù disse: ‘A te affido la mia comunità — i miei discepoli, come diremmo oggi’”.

Una persona che, proprio come noi, “si irrita, agisce impulsivamente, commette errori, interpreta male, piange, ride, si addormenta, soffre, gioisce e si commuove”.

Seguendo l’iconografia classica, “lo immaginiamo calvo e rugoso, ma quando incontra Gesù hanno più o menos la stessa età; questa è una storia di giovani”, sorride l’attore e regista.

Benigni: “Mi sono innamorato di Pietro preparando lo spettacolo”

“Non immaginereste mai cosa mi è successo mentre preparavo questo lavoro su Pietro. Mi sono innamorato di Pietro, mi sono affezionato a lui”.

Questo è il messaggio di Roberto Benigni letto in anteprima al MAXXI. “Mi sento vicino a lui e, leggendo la sua storia, ho pensato: ‘Ma questo sono io, avrei fatto la stessa cosa’. 

Pietro è come noi”, spiega, “somiglia a noi e la sua umanità è la nostra: si irrita, agisce impulsivamente, sbaglia, interpreta male, piange, ride, si addormenta, soffre, gioisce e si emoziona. Proprio come noi.

E a lui è stato affidato il compito più grande mai dato a un essere umano: aprire o chiudere le porte del Cielo. Incredibile.”

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