Twitter esordisce a Wall Street, il paragone con Facebook


La nascita di Twitter risale al 2006 da un lungo brainstorming fra i membri di Odeo, una società californiana. Oggi a distanza di anni il social network segna il suo esordio a Wall Street. La società che cinguetta apre a 45,10 dollari per azione, il 73% in più rispetto ai 26 dollari dell’ipo. Una cifra con la quale è valutata 18 miliardi di dollari.

Il messaggero scrive: “Twitter ha rivisto al rialzo il prezzo dell’ipo a 23-25 dollari nei giorni scorsi, dopo averlo inizialmente determinato a 17-20 dollari. Un avvio stellare, che spinge Twitter fino a 50 dollari per azione, il 90% rispetto al prezzo fissato, per poi ripiegare su 45-46 dollari. Nei primi 30 minuti di scambi, oltre 47 milioni di azioni passano di mano: il balzo iniziale del 73% spinge subito Twitter nell’olimpo delle maggiori ipo che hanno raccolto più di 500 milioni di dollari, collocandosi al sesto posto.”

Il presidente Jack Dorsey e l’amministratore delegato Dick Costolo, presenti sul floor di Wall Street affermano in un’intervista alla Cnbc: «Continueremo ad ampliare la nostra base di utenti e a investire».

Sempre il Messaggero continua “Twitter distribuirà alle banche che hanno curato la sua quotazione il 3,25% della cifra raccolta, pari 2,1 miliardi di dollari, considerando anche l’opzione greenshoe. Goldman Sachs è in corsa, se riuscirà a collocare tutte le azioni che le sono state assegnate, per una commissione di 26,2 milioni di dollari.”

Ma…Il fatto quotidiano riporta: “Una denuncia per collocamento fittizio di azioni che potrebbe portare a una multa da 124 milioni di dollari, un’offerta pubblica iniziale “segreta” per sfuggire ai riflettori della stampa e 20 milioni di utenti falsi che incidono sul valore della società. ..Twitter è stata denunciata nei giorni scorsi da due fondi americani, che la accusano di avere progettato nel 2012 un collocamento fittizio di titoli per gonfiare la valutazione della società e creare interesse degli investitori nei confronti dell’operazione (una Initial public offering, Ipo). Precedo Capital e Continental Advisors, che si ritengono defraudate per la possibilità di acquisto poi sfumata, hanno citato in giudizio la società presso il tribunale federale di Manhattan, a New York, dicendo di essere state danneggiate “in termini di perdite di commissioni e spese così come reputazione”. Una denuncia che potrebbe costare al social network 24,2 milioni di dollari di risarcimento e altri 100 milioni di dollari di multa.

E continua: “L’avvicinamento di Twitter ai mercati finanziari ha fatto discutere fin dall’inizio. L’azienda di San Francisco ha presentato una domanda “confidenziale” di Ipo, che le ha permesso di procedere verso la quotazione senza svelare al pubblico i dettagli della propria situazione finanziaria. Una prassi legale, individuata dal Jobs Act firmato dal presidente americano Barack Obama in aprile per andare incontro alle start-up emergenti con ricavi inferiori a 1 miliardo l’anno. L’Ipo “segreta” permette infatti alla società di evitare l’attenzione della stampa sulla propria situazione finanziaria in un momento particolarmente delicato, mentre ha addosso i riflettori del governo, degli investitori e delle autorità di controllo.”

Twitter è contenitore anche di 20 milioni di profili fake che “fanno aumentare in modo non giustificato il valore della società. Twitter ha dichiarato nei documenti presentati per l’Ipo di avere 215 milioni di utenti attivi su base mensile, sottolineando che “non più del 5%” di questi sono fasulli, anche se si tratta di una “stima su base statistica e non di un calcolo completo, attualmente irrealizzabile”. Ma i numeri rischiano di essere ben maggiori. Il magazine PRWeek ha denunciato in primavera che almeno 20 milioni di profili del social network non corrispondono ad altrettanti utenti reali. Spesso sono generati da spambot, finalizzati alla raccolta di una serie di dati personali allo scopo di realizzare liste di indirizzi per la trasmissione di messaggi di posta indesiderata. Ma nella maggior parte dei casi i profili fasulli sono creati da aziende private che incassano milioni di dollari di profitti vendendo follower, ovvero coloro che seguono altri utenti, ad agenzie pubblicitarie o a celebrità e politici che puntano così ad aumentare la loro credibilità. I follower vengono venduti a blocchi di mille o un milione, portando gli esperti a stimare un business di circa.”
La differenza con Facebook: “Rispetto a Facebook, Twitter non ha mai portato a casa utili che, secondo gli analisti, non arriveranno prima del 2015 o 2016. E sta registrando un fatturato in continua crescita anche se ancora modesto, appena 422 milioni di dollari nei primi nove mesi del 2013 (un decimo rispetto a Facebook), che – secondo le previsioni di eMarketer – sfiorerà un miliardo l’anno prossimo grazie alla pubblicità sui dispositivi mobile.”

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