Milano Moda Donna, la sfilata di Kristina Ti


Ieri si è svolta la sfilata di Kristina Ti presso il Museo della Permanente. “Per la prossima stagione fredda ho pensato a una petit-Miss-Grunge, eclettica e contemporanea, che rilegge e reinterpreta i codici dell’ultimo vero “movimento” che ha rivoluzionato moda e musica. Ho immaginato la figlia di Kurt Cobain – Frances Bean, oggi ventenne – che fruga in soffitta nei bauli della madre e si diverte a mescolare abiti leggeri come sottovesti ai golf in lana grossa del padre. Un nuovo grunge, un grunge strapazzato e bohemienne, contaminato dall’eleganza, dalla giovinezza e da una sensualità mai volgare”. Kristina Ti


La parola d’ordine è stratificare con pesi diversi: bluse in seta leggera con mini in tweed pesante, pants in jersey stampato e top in lana cotta, pellicce corte con abiti super-light in tessuti luminescenti, in un infinito gioco di strutture da interpretare a seconda del proprio corpo, del clima e dalle parti che si vogliono scoprire. Niente mezze misure, o iper corto come gli shorts-culotte in lana con frange-plaid, o extra-long come gli abiti patchwork a rigoni di seta e mohair che sembrano lunghi pullover sformati. I volumi over e squadrati caratterizzano il capo spalla, come nelle giacchine dalle spalle scivolate e dalle maniche bouffant, nelle gonne lady-like percorse da decori di micro catenelle e balze e negli chemisier senza scollatura che trasmettono un’idea di ricercata innocenza. Alcuni capi sono scomponibili e assemblabili come le gonne con zip laterali che permettono di associare trame e/o colori diversi. La cappa di lana traforata diventa maxi-poncho da indossare sulla tuta-pijama o sui panta slim in velluto consumato come fa Emma Watson, giovanissima icona indiscussa di questo nuovo mood.

Le bluse sono lavorate seguendo la tradizione Kristina Ti, con dettagli rubati al mondo della lingerie e stampe liberty, ma rinfrescate da volumi  nuovi, lavaggi in capo, agugliature e lavorazioni tridimensionali. Bordature in mongolia e colli di pelliccia staccabili sono un altro fi l rouge della collezione, da applicare ora sul cardigan ora sul cappotto. Piccole farfalle in bronzo, come campanellini, tintinnano sui calzettoni da uomo o vengono stampate su tessuto nelle pins che fanno capolino sui lunghi abiti da sera, diventano motivo grafi co per i top in velluto devoré, si scoprono anelli trompe l’oeil sui guanti in nappa in un gioco di rimandi che diventa un inno alla leggerezza.

Pochi gli accessori e tutti anti-freddo: la borsa-cilindro in mongolia e la super piatta in pelliccia per scaldare le gambe scoperte. Pelliccia per i paraorecchie, per i cappelli in maglia, e pelliccia anche per gli stivali che, rovesciati, diventano moon boot da città, super-femminili, da alternare a quelli in patch lurex con punte arrotondate e tacchi stabili. Quando la temperatura scende sotto zero i guanti in maglia a coste senza dita
si indossano su quelli in pelle.

Sete stampate, devorate e laminate. Agugliature di lurex su seta. Velluti di seta laminati. Rasi trattati. Fil coupé in seta.

La polvere lasciata dalle ali della farfalla dà vita a una palette-colore fortemente connotata: vira dai neri, grigi e marroni al blu ottanio, con una screziatura di beige. Il tutto illuminato da punteggiature oro tradotte in fi li, lamine e catene.

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