Outing, fianzati per sbaglio: intervista a Nicolas Vaporidis


Nicolas Vaporidis (38 anni), è uno dei protagonisti di Outing-Fidanzati per sbaglio, il film uscito nelle sale il 28 marzo. Nel suo film Nicolas Vaporidis prova a spiegare fino a quale compromesso siamo disposti a scendere per raggiungere un sogno.

L’attore romano che a settembre scorso ha sposato la collega Giorgia Surina racconta al settimanale Vip cosa lo ha spinto ad accettare un ruolo particolare, divertente e difficile al tempo stesso: “L’idea del film mi piaceva perché rappresenta una provocazione. L’atteggiamento dei due protagonisti rappresenta tutto quello che non amo, perché di base propone un’idea della truffa. I due protagonisti però non vogliono rubare: chiedono aiuto.
Il talento da parte loro c’è, gli manca la possibilità di realizzare fattivamente il loro sogno. Una parte dell’Italia della nostra generazione è costretta a scendere a compromessi con il potere e mi piaceva rappresentarla”.

L’attore racconta di non esesre mai sceso a compromessi nella sua carriera, “sono estremista per natura e cerco di non scendere mai a compromessi.Questo non mi ha facilitato il percorso professionale, ma se tornassi indietro rifarei le stesse identiche scelte, per coerenza, anche se so che delle decisioni diverse mi avrebbero portato più benefici. Ho il brutto vizio di essere un idealista che sceglie di pancia, con il cuore.

Nicolas interpreta nel film un ragazzo gay “Ho cercato di rappresentare il mio personaggio nel modo più aturale possibile. È un ragazzo di Bari che vive in una situazione di estrema precarietà, ma è talmente abituato che non se ne rende conto. Chi è abituato a patire la fame, quasi non se ne accorge. La sua ambizione è quella di fare una vita normale e nel suo piccolo sogna di avviare una piccola attività imprenditoriale nella sua terra, senza essere costretto a scappare.

Cosa pensi di tanti tuoi coetanei costretti a lasciare l’Italia per realizzare i propri sogni professionali?
“Nella vita non si può avere tutto e al contrario bisognerebbe accettare quello che si ha, perché per ottenere qualcosa spesso ci si svende. Tanti però non si accontentano né si svendono: è il caso di chi decide di andare via, magari all’estero. E il trasferimento rappresenta il prezzo da pagare per realizzare il proprio sogno. Li comprendo, anche perché sono convinto che non si tratti mai di scelte di comodo.

Poi continua “Mi piacerebbe vivere in un paese del quale essere orgoglioso. Dove i miei coetanei invece di  scappare dovrebbero essere invidiati dagli stranieri che al contrario vorrei che dall’estero aspirassero a vivere qui. In questo momento storico c’è tanta amarezza, sono tutti incazzati, depressi e con la paura del futuro. Tutti sono ostili e l’ostilità porta a denigrare gli altri con la volontà di distruggerli. Ci siamo incattiviti, ci hanno incattivito”.

Il film racconta la storia di Federico (Nicolas Vaporidis) e Riccardo (Andrea Bosca), due amici pugliesi, estremamente diversi ma legati da un rapporto fraterno fin dall’infanzia e affronta il delicato tema della discriminazione sessuale. Venuti a conoscenza della possibilità di ottenere un finanziamento della Regione Puglia a sostegno delle attività imprenditoriali per i giovani, i due amici decidono di tentare la grande avventura. Solo in un secondo momento capiranno che il bando era riservato alle coppie di fatto e, a quel punto, l’unico modo per non far crollare tutto sarà quello di fingersi gay per ottenere i sovvenzionamenti e realizzare il loro sogno: aprire un atelièr di moda. Riusciranno ad essere credibili?

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