Stefania Nobile, figlia di Vanna Marchi, a Domenica Live dalla D’Urso


Possiamo dire che trattasi della prima vera esclusiva di Barbara D’Urso a Domenica live (le altre erano solo scritte in sovra-impressione). Stefania Nobile, appena uscita dal carcere, ospite della D’Urso per un’intervista che si preannuncia esplosiva. La Nobile per la prima volta sopo tanto anni di nuovo in Tv e in mezzo alla gente.

Qualche giorno fa l’Ansa scriveva quanto segue: “Si è conclusa la pena per Stefania Nobile, la figlia della «regina delle televendite» Vanna Marchi: l’ha deciso il magistrato di sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, accogliendo l’istanza presentata dal difensore della donna, l’avvocato Liborio Cataliotti. Tra indulto e quanto ridotto dalla Cassazione, Nobile aveva un definitivo di circa 4 anni per associazione a delinquere e truffa. La donna, 50 anni, entrata in carcere nel 2009, dopo un anno e mezzo era stata ammessa alla detenzione domiciliare.”

Sentiamo, quindi, cosa dirà dalla D’Urso.

“C’è simbiosi tra me e mia madre”, ha detto la Nobile

“Mia mamma è la venditrice numero 1. All’inizio abbiamo iniziato a vendere creme”.

“Un tempo dicevano che mia madre era trash perchè urlava. Oggi in televisione urlano tutti, bestemmiano e così via…”

“Noi vendevamo tantissimo, avevamo 100 dipendenti”, continua la Nobile

La Nobile dice alla D’Urso che in cacere è amatissima sia dalle donne che dagli uomini (di tutte le età) !

E arriviamo ai tempi del fatti incriminati.

“Noi in Tv affiancavamo solo il mago Donascimento. Poi lui è sparito e noi non lo abbiamo nè più visto nè sentito”

“Scusami Barbara ma non voglio sentirmi di nuovo sotto processo qui. Io il processo l’ho già avuto. Sono 12 anni che sento parlare gli altri. Sono io ora che voglio parlare”

“Striscia è la trasmissione più straordinaria nel montaggio ! Ricci al processo ha detto che la telefonata famosa era stata tagliata ma che il tagliato non serviva a niente…”

“Io voglio dire che non ho mai chiesto nè patteggiamento nè rito abbreviato. Ho affrontato il mio processo andando a tutte le udienze. Mertio rispetto per aver scontato la mia pena”

“Io non ho mai detto di essere innocente. Io non sono innocente. Io ho finito di pagare le mie colpe”

“All’inizio io e mia madre eravamo insieme in cella a Bologna. Poi ci hanno divise. E da li abbiamo iniziato a scriverci 3 o 4 lettere al giorno”.

“Io sono finita in un centro clinico a Pisa per problemi che ho alle ossa. Nelle lettere le scrivevo che stavo bene perchè non potevo dirle la verità, ovvero che le docce erano sporche degli escrementi delle altre detenute o che gli altri presenti si riempivano di psicofarmaci e si prendevano a botte…”

“Tornando al precesso…Perchè sulla porta dell’aula c’era scritto Vanna + 25 e siamo finiti in carcere solo io, mia madre e il compagno di mia madre solo perchè era il suo compagno ? Che fine hanno fatto gli altri imputati ? Sono contenta per loro che non abbiamo fatto il carcere ma…Perchè nessuno ne ha più parlato ? Forse perchè non faceva notizia dire che era stato arrestato Valeriano, Marco o chiunque altro non conosciuto ??”

“Mia madre ha dichiarato di non aver preso i soldi per il semplice fatto che i soldi non arrivavano a mia madre ma alla SRl Ache”

Adesso Stefania Nobile lavora in un bar dietro la stazione centrale di Milano. La Nobile gestisce il bar insieme al suo compagno. Ad una certa ora arriva anche Vanna che inizia a fare tutti i dolci.

La Nobile sta con il suo compagno Davide dal 2006. “Lo amo molto”, ha detto la Nobile “Il nostro è un amore forte. Sai Barbara il dolore o unisce o divide. Noi abbiamo resistito”

“Io non mi sono mai pentita perchè il pentito è quello che cerca delle scappatoie. Ripeto, non ho nemmeno accettato il rito abbreviato dle processo che mi avrebbe permesso di avere uno sconto di 1/3 della pena…Quindi…”

“L’errore più grosso che ho fatto è quello di volere le telecamere in aula. Ma l’ho fatto perchè pensavo che in questo modo uscisse la parte della questione che volevo che uscisse. In realtà da quelle riprese, e dalla regia, è uscita solo l’accusa e non la difesa”.

“Le persone che mi hanno accusato hanno avuto un’accanimento che è andato davvero oltre”

“Le vittime che hanno dichiarato di aver sborsato centinaia di milioni non è vero assolutamente niente. Però noi li abbiamo rimborsati tutti, quindi si sono presi i soldi che in realtà non hanno mai versato”

“L’insulto più doloroso che ho avuto in questi 12 anni è stato quando hanno detto che io avevo inventato di avere la malattia per uscire dal carcere. In realtà non sono uscita per andare a Courmayeur ma in ospedale…”

Intervento telefonico di Bruno Vespa. (chiamato in causa dalla Nobile in quanto Vespa avrebbe deriso, al tempo, la sua malattia)
“Il fenomeno non l’ho fatto io ma lei a scapito di tanta gente, chiariamo un po’ le cose !”, ha detto Vespa
“C’è una registrazione dove lei metteva al tempo in discussione la mia malattia”,  continua la Nobile
“Lei signora Nobile ha la stessa parlantina che ha fregato tanta gente”, incalza Vespa “Quando la signora si trovava in difficoltà noi abbiamo messo in onda un servizio dove Davide, il compagno della signora Nobile, ha chiesto che la stessa venisse curata al meglio. Noi abbiamo trattato con severità le signore Marchi solo perchè abbiamo portato in studio le loro vittime. Nel caso della malattia l’abbiamo aiutata facendo parlare il suo compagno. Tutto qui”

 

Di seguito il comunicato stampa Mediaset che riassume l’intervista alla Nobile:

“Riguardo la notizia che le due donne (la Marchi e la figlia) hanno dato mandato all’avvocato Liborio Cataliotti di inoltrare ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la sentenza di condanna che la Cassazione pronunciò nei loro confronti, la Nobile ha risposto: “Io non sono innocente, ma ho finito di pagare le miei colpe. Ho sì denunciato il giudice Antonio Esposito alla Corte di Strasburgo perché ha anticipato la nostra condanna.”

Alla domanda se si è pentita, l’ex telembonitrice ha risposto: “No, io odio i pentiti perché per me  il pentito è un collaboratore di giustizia che cerca incolpando gli altri di non pagare le proprie colpe.” E aggiunge: “Non ho chiesto né patteggiamento, né il rito abbreviato. Io ho affrontato il mio processo andando a tutte le udienze. Merito rispetto per aver scontato la pena.”
 
Dopo aver rivisto le immagini che ripercorrono il giorno della sentenza, la Nobile ha detto: “Sentire la sentenza mi fa ancora effetto, e mi sembra impossibile essere riuscita a mettere la parola fine.”
Poi precisa: “Sono a favore dell’amnistia, dell’indulto, ma soprattutto sono a favore delle carceri migliori, perché le carceri sono una vergogna! Sono una cosa vergognosa di questo Paese, perché è giustissimo che chi sbaglia paghi, ma c’è modo e modo di pagare. Per pagare non c’è bisogno di essere trattati peggio delle bestie e in condizioni sanitarie paurose”

Sempre sull’argomento specifica: “Quando si esce dal carcere non è vero che tutti gli agenti penitenziari sono gentili. Io sono stata umiliata in tutti i modi, in cella senza riscaldamento, fai la doccia e ti lasciano per ore senza asciugarti i capelli., spesso alcuni ridono di te e poi purtroppo c’è chi si diverte a farti più male. Ad esempio, per colpa della mia artrite reumatoide dovevo tenere le manette un po’ meno strette, ma c’è stato chi si divertiva a stringermele di più. Posso dire che io sono stata trattata peggio.”

Sul rapporto con la madre la Nobile racconta: “Mia madre ed io siano state in carcere a Bologna insieme, nella stessa cella per alcuni mesi insieme  poi si è aggiunta un’altra detenuta. Dopo sono stata spostata e ci siamo scritte diverse lettere nelle quali le raccontavo un sacco di bugie. Non potevo dirle che facevo la doccia con le pareti sporche di escrementi delle altre detenute..non potevo dirle che molte detenute abusavano di tranquillanti e psicofarmaci perché a molti faceva comodo che dormissero… come facevo a raccontarle la verità?”

Dopo avere rivisto le immagini del processo,la figlia di Vanna Marchi ha dichiarato: “L’errore più  grosso è di aver chiesto le telecamere in aula, ma ho peccato di presunzione perché dietro ogni ripresa televisiva c’è dietro un regista e dal processo è emersa solo l’accusa e non la difesa – ha poi aggiunto: “Durante tutto il processo, per me c’è stato un accanimento che è andato oltre. Parlo degli accusatori che sono andati oltre e che da 12 anni parlano di questa storia.“

Conclude con: “L’insulto più doloroso è stato sentir dire che ho inventato la malattia per uscire dal carcere. Quando sono uscita non sono andata a Courmayeur, ma sono andata in un centro clinico e soprattutto lasciavo lì mia madre, il mio più grande amore della vita.”

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