Jeans Harmont & Blaine, versatili e dall’animo eco-sostenibile

Jeans Harmont & Blaine, versatili e dall’animo eco-sostenibileNon si è mai parlato così tanto di moda sostenibile come negli ultimi anni. D’altronde, consumatori sempre più attenti e consapevoli privilegiano sì capi belli da indossare, ma soprattutto soluzioni innovative e responsabili. Dalla concezione alla produzione, sono sempre di più i brand che hanno accolto con entusiasmo questa nuova proposta di moda green.

Eco fashion, il denim cambia colore e diventa green

Spesso si associano gli Stati Uniti alla nascita dei jeans, ma sapevi che in realtà sono nati in Italia? Ebbene sì, originariamente i blue jeans venivano creati con la stoffa in eccesso delle vele delle navi, ma da allora le cose sono cambiate. L’indumento più iconico al mondo è oggi anche uno di quelli che più impatta sull’ambiente consumando in media 1500 litri d’acqua per la creazione di un solo paio. Tuttavia, molte aziende hanno iniziato a produrre questo grande classico in maniera innovativa, ecologica ed etica. 

Tra questi, troviamo anche Harmont & Blaine, brand italiano che lavora costantemente per trovare il perfetto equilibrio tra stile e sostenibilità. Dal 2012, anno in cui l’azienda ha ottenuto la certificazione ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale, l’evoluzione di pensiero e prodotto del marchio si è orientata verso soluzioni etiche, volte a ridurre i consumi e l’impatto energetico attraverso un preciso codice di condotta condiviso con tutti i collaboratori dell’azienda. 

Da questa volontà è nato il jeans 5 tasche, realizzato in tessuto denim comfort 12.5oz in due lavaggi a basso impatto ambientale, per vestire con un occhio attento alla sostenibilità. L’obiettivo è quello di realizzare il capo più indossato al mondo riducendo gli sprechi: non solo acqua, quindi, ma anche elettricità e parti durevoli, al fine di stimolare le coscienze verso un uso consapevole delle risorse a disposizione. Un paio di jeans, forse l’indumento più democratico, duraturo e culturalmente influente di sempre, è sorprendentemente uno dei capi di abbigliamento più difficili da rendere sostenibile, impresa ambiziosa e necessaria allo stesso tempo.

Moda sostenibile: il lato umano della produzione

Il concetto di moda sostenibile è volto sì a rispettare l’ambiente e la società in tutte le sue fasi, ma propone anche una produzione più umana, senza sfruttamento di chi vi lavora e con una remunerazione più equa. Il miglioraramento delle condizioni dei lavoratori coinvolti nel ciclo di vita di un prodotto di moda risulta necessario, e in tempi brevi. In un settore che corre a grande velocità rispetto agli altri, non garantire salari minimi e offrire condizioni che tendono a sfruttamento e abusi di vario tipo rappresentano una nota stonata.

Per questo motivo, negli ultimi anni molti brand del mondo fashion hanno deciso di cambiare rotta e lavorare per ridurre l’impatto ambientale delle loro produzioni. Non solo il consumo di acqua, ma anche i pesticidi, i lavaggi chimici, i coloranti scaricati nei fiumi, la sabbiatura e l’energia consumata dalle fabbriche portano a un vasto inquinamento. Affidarsi alle nuove tecnologie diventa così fondamentale per poter creare materie meno inquinanti, rendendo più efficienti i processi produttivi e riducendo i costi.

Denim 2.0, tra consumatori sempre più attenti ed esigenti

Il denim non è un semplice tessuto a base di cotone: è tra i materiali più usati per realizzare il capo più indossato di tutti i tempi e la sua domanda è sempre in aumento. Si stima, infatti, che il valore del mercato del jeans nel mondo sia di circa 110 miliardi di dollari. Nella realtà dei fatti, tuttavia, il costo è purtroppo molto più alto: il prezzo salato che l’ambiente e l’uomo stanno pagando. 

Se diverse aziende del mondo fashion hanno deciso di impegnarsi per migliorare la situazione, anche i consumatori hanno modificato il loro comportamento di acquisto nel tempo, scegliendo capi dall’animo conscious e sostenibile. Infatti, sono proprio loro a desiderare di sapere come tali capi vengono prodotti e a volersi assicurare che le modalità contribuiscano non solo a ridurre l’inquinamento del nostro pianeta, ma anche a garantire una migliore condizione lavorativa degli addetti del settore.

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