L’attore francese, Alain Delon, 83 anni, ha avuto un ictus qualche settimana fa, con una “leggera” emorragia cerebrale, e si “riposa” attualmente in una clinica della Svizzera: lo ha detto alla stampa francese il figlio, Anthony Delon, aggiungendo che le funzioni vitali dell’attore sono “perfette” e il suo “stato, secondo i medici, è stabile”.
Anthony Delon, il figlio dell’attore Alain Delon, ha precisato che prima del ritiro e il ricovero in Svizzera il padre è stato “operato alla Pitié-Salpétriere (ospedale di Parigi, ndr.) dove è rimasto tre settimane in terapia intensiva”.
Oggi le condizioni di salute di Alain Delon, in base all’ultimo bollettino medico, sono stabili e il famoso attore sta cercando di tornare alla sua vita di sempre. Un duro colpo, questo, per la Francia intera e per tutto il mondo visto che Alain Delon è considerato l’attore più bello che ci sia mai stato sul grande schermo.
“Frank Costello faccia d’angelo” (1967) dal maestro Jean-Pierre Melville. Il killer solitario al quale dà volto Delon è entrato nell’olimpo cinematografico tout court. Il film segna l’inizio della collaborazione tra Jean-Pierre Melville e Alain Delon che sarebbe continuata con “I senza nome” (1970) e “Notte sulla città” (1972), sino alla morte del regista. È forse uno dei punti più elevati del polar (connubio, alla francese, dei generi poliziesco e noir). In effetti, sin dalla frase che appare all’inizio (“Non esiste solitudine più profonda del samurai, se non quella della tigre nella giungla“) e che spiega il titolo originale (Le Samouraï), è evidente l’ispirazione di Melville, da sempre ambasciatore del cinema americano in Francia al modello di “killer esistenziale”.