Visitare i Sassi di Matera significa immergersi in un passato ancestrale e incredibilmente vivo: dove un tempo si raccoglieva l’acqua in cisterne rupestri e si abitava in case senza luce naturale, oggi si trovano hotel caratteristici, ristoranti, musei e scorci da cartolina.
Le origini dei Sassi affondano in epoche remotissime, quando gli uomini preistorici sfruttarono le cavità naturali della Murgia come riparo stabile.
Queste grotte, inizialmente rudimentali, vennero ampliate e organizzate lentamente, dando vita a un primo nucleo abitativo sorprendentemente funzionale.
Col passare dei millenni, la comunità sviluppò tecniche per gestire acqua, luce e ventilazione, trasformando un ambiente ostile in una casa naturale.
Questo lungo processo di adattamento rende i Sassi un unicum europeo per continuità abitativa e ingegno architettonico.
Le grotte scavate nella roccia furono inizialmente semplici ripari, ma presto divennero vere abitazioni dotate di nicchie, focolari e piccoli sistemi di areazione.
L’uomo rinforzava la roccia con strutture in legno o pietra, creando un ambiente stabile per famiglie e animali.
Questa architettura spontanea rispondeva ai bisogni essenziali e mostrava una sorprendente capacità di utilizzare ciò che la natura offriva, senza sprechi né alterazioni invasive.
Con il Medioevo, i Sassi iniziarono a trasformarsi in un vero tessuto urbano articolato, ricco di chiese rupestri, cisterne, corti comuni e abitazioni sovrapposte.
Le famiglie vivevano in modo solidale, condividendo acqua, lavoro e spazi per la vita quotidiana. Nei secoli successivi, questa struttura si ampliò secondo logiche precise: sfruttare ogni centimetro di roccia e ottimizzare il sistema idrico.
Così nacque un ecosistema urbano complesso che ancora oggi stupisce per intelligenza e funzionalità.
I Sassi di Matera sono divisi in due quartieri principali, ognuno con caratteristiche uniche che rivelano storie e identità differenti.
Esplorarli entrambi permette di comprendere come la città abbia sviluppato una doppia anima: una più raffinata, modellata da influenze architettoniche successive, e una più arcaica, rimasta fedele alla conformazione originaria della roccia.
Questa distinzione non è solo estetica, ma riflette modi diversi di abitare e utilizzare il territorio. Tre elementi distinguono chiaramente i due quartieri:
Il Sasso Barisano si sviluppa come un quartiere in cui le facciate sembrano normali edifici, anche se dietro di esse si nascondono grotte abitate per secoli.
Molte chiese rupestri custodiscono affreschi medievali di grande valore, mostrando un’antica devozione popolare.
Camminando tra i vicoli, si incontrano terrazze panoramiche che regalano viste mozzafiato sulla Gravina e sull’intero complesso urbano dei Sassi.
Il Sasso Caveoso conserva l’aspetto più genuino dei Sassi, con grotte disposte a gradoni che formano una sorta di anfiteatro naturale.
Le case-grotta ricostruite mostrano utensili, mobili, bracieri e oggetti quotidiani che permettono di comprendere la vita rurale di un tempo. L’atmosfera è più silenziosa, ruvida e primitiva, e dà la sensazione di trovarsi dentro un antico villaggio sospeso tra passato e presente.
Il riconoscimento dei Sassi come Patrimonio dell’Umanità è dovuto alla loro eccezionale testimonianza del modo in cui l’uomo ha saputo adattarsi all’ambiente per migliaia di anni.
Le tecniche di gestione dell’acqua, l’architettura rupestre e la continuità abitativa rendono questo luogo un capolavoro di ingegneria naturale.
Inoltre, la loro rinascita culturale dopo un periodo di abbandono rappresenta un esempio di recupero urbano virtuoso e profondamente identitario.
I Sassi funzionavano come un sofisticato sistema ecologico: ogni tetto fungeva da raccolta delle acque, ogni ambiente favoriva ventilazione naturale e ogni spazio era modellato per minimizzare sprechi energetici.
Il risultato era una città autosufficiente, capace di adattarsi alle stagioni e di sfruttare al massimo la morfologia del territorio. Questo modello anticipava i moderni concetti di sostenibilità.
Dopo essere stati abbandonati nel Novecento, i Sassi furono restaurati con un progetto di recupero che trasformò completamente l’immagine della città.
Il nuovo interesse per la storia e la cultura materana portò a iniziative turistiche, artistiche e cinematografiche che rilanciarono la zona.
Questo processo culminò con il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, consolidando Matera come simbolo di rinascita.
I Sassi offrono un percorso ricco di chiese rupestri, musei, case-grotta e scorci panoramici unici nel loro genere. Le strade irregolari invitano a esplorare lentamente, lasciandosi sorprendere da dettagli architettonici e giochi di luce.
Inoltre, seguire percorsi tematici aiuta a comprendere meglio la complessità del territorio, soprattutto per chi visita la zona per la prima volta.
Prima di scegliere un itinerario, è utile considerare tre aspetti:
Le chiese rupestri sono uno dei tesori più affascinanti dei Sassi e conservano affreschi che narrano scene religiose di grande intensità.
I musei raccontano la storia agricola, artigianale e sociale della città con oggetti originali e ambientazioni fedeli.
Le case-grotta, invece, mostrano la vita delle famiglie fino alla metà del secolo scorso, con letti, attrezzi da lavoro e utensili che raccontano un’esistenza fatta di sacrificio e ingegno.
La Gravina offre uno sfondo naturale impressionante, con pareti rocciose che si alternano a vegetazione spontanea.
Dai Sassi si possono ammirare tramonti spettacolari che tingono di arancione e rosso l’intero paesaggio. Anche nei punti più alti, l’atmosfera resta silenziosa e meditativa, regalando momenti di contemplazione profonda.
Scopri, allora, i dubbi più comuni sull’argomento.
Passeggiare tra i vicoli e le strade dei Sassi è gratuito. Non serve biglietto d’ingresso per accedere ai quartieri storici. Alcune chiese rupestri, musei o attrazioni specifiche possono richiedere un ticket a parte.
Per avere un’idea completa, si consiglia di dedicare almeno 2 giorni: un’intera giornata per esplorare Sasso Barisano e Sasso Caveoso con calma, con pausa per ammirare i panorami e visitare chiese o musei; un secondo giorno per approfondire, magari includendo passeggiate nella zona della Murgia e chiese rupestri nei dintorni.
I periodi consigliati sono la primavera (aprile-giugno) e l’autunno (settembre-ottobre): il clima è mite, le giornate sono piacevoli e l’affluenza di turisti inferiore rispetto all’estate. In estate è ovviamente molto frequentato e il calore può rendere la visita meno confortevole.
In generale no — i Sassi sono zona a traffico limitato (ZTL) e fuori da alcune fasce orarie e con autorizzazione temporanea non è permesso l’accesso con mezzi motorizzati. Il modo migliore è arrivare e muoversi a piedi per godersi ogni angolo senza problemi.
La conformazione dei Sassi — con scalinate, vicoli inclinati, salite e discese — lo rende in parte complesso per chi ha mobilità ridotta. Alcuni percorsi possono essere impegnativi, e molte aree non sono facilmente accessibili.