Il matrimonio di Mario Calabresi è sempre più vicino e anima il panorama mediatico italiano.
Il giornalista, fondatore di Chora Media e ampiamente citato come possibile candidato di centrosinistra alla sindacatura di Milano nelle elezioni del 2027, si prepara a ufficializzare l’unione con la collega Silvia Nucini, ex direttrice della Vanity Fair e attualmente redattrice presso l’azienda specializzata in podcast e contenuti digitali.
Figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972 da Lotta Continua, Mario ha costruito una carriera solida nel giornalismo italiano.
È stato direttore dei quotidiani La Stampa e La Repubblica, oltre a sviluppare progetti narrativi riconosciuti in tutto il Paese.
Il suo nome continua a circolare tra i favoriti per rappresentare il centrosinistra nella futura corsa alla guida del Comune di Milano, circostanza che conferisce un’ulteriore dimensione pubblica al suo matrimonio.
Questa sarà la sua seconda unione formale. Calabresi è stato sposato con Caterina Ginzburg, nipote della scrittrice Natalia Ginzburg, con la quale ha avuto due figlie gemelle.
La separazione è avvenuta nel 2020, segnando l’inizio di una nuova fase personale e professionale.
Silvia Nucini, che ha guidato Vanity Fair come direttrice per 18 anni, lavora attualmente come redattrice alla Chora Media e si distingue per la produzione di narrazioni sensibili e approfondite.
Il suo coinvolgimento in progetti di grande impatto giornalistico ha ulteriormente accresciuto la sua visibilità, soprattutto grazie alla recente collaborazione con Calabresi.
La relazione tra i due si è rafforzata anche in ambito professionale, creando un punto di incontro tra vita privata e cooperazione editoriale.
L’esperienza condivisa nel mondo del giornalismo ha contribuito a consolidare l’unione che ora si avvia verso l’ufficializzazione.
Tra i progetti più recenti della coppia figura il documentario “Finché sono al mondo”, che ricostruisce la strage di Gorla attraverso le testimonianze dei sopravvissuti.
Realizzato per commemorare gli 80 anni del bombardamento americano del 20 ottobre 1944, il film rende omaggio alle 184 vittime, in gran parte bambini della scuola elementare Francesco Crispi.
La produzione evidenzia la capacità congiunta di Calabresi e Nucini di trasformare fatti storici in narrazioni potenti, emozionali e socialmente rilevanti.
Il documentario ha ricevuto attenzione per la sensibilità con cui affronta una delle tragedie più significative della memoria milanese.