La focaccia rappresenta uno dei grandi classici della tradizione italiana: un pane-piatto che, con pochi ingredienti semplici, riesce a offrire profumi, consistenze e sapori capaci di evocare la convivialità delle tavole mediterranee.
Preparare eso in casa permette di ottenere un impasto più fragrante, controllare la qualità degli ingredienti e riscoprire gesti semplici che riportano alla cucina delle origini.
Inoltre, fare il pane con le proprie mani crea un legame affettivo con la ricetta: il profumo che invade la casa, l’attesa della lievitazione e il piacere di gustare il primo morso rendono l’esperienza profondamente gratificante.
Molte persone ricordano il pane come un cibo dell’infanzia, spesso legato a momenti di festa o a pranzi improvvisati in famiglia, e replicare quel sapore diventa una forma di memoria affettuosa.
È anche un modo per riscoprire il valore della lentezza, perché ogni fase richiede attenzione e cura.
Il pane affonda le sue origini in tempi molto antichi, quando i pani piatti venivano cotti sulle pietre bollenti o nelle braci dei focolari. Nel Mediterraneo, era considerata un alimento quotidiano grazie alla sua semplicità e alla facilità di conservazione.
Anche oggi, preparare focaccia significa entrare in contatto con un rito ancestrale che unisce territori diversi, ognuno con la propria interpretazione e i propri sapori.
Questo senso di continuità storica rende la focaccia un simbolo autentico della cucina italiana, capace di rinnovarsi senza perdere la sua identità.
Pane fatto in casa garantisce il pieno controllo sulla qualità di olio, sale, farina e acqua, evitando prodotti industriali troppo ricchi di conservanti.
Inoltre, puoi personalizzare la ricetta in base ai gusti, sperimentando farciture, aromi ed erbe fresche.
Prepararla diventa così un atto creativo e, spesso, un’occasione conviviale. Infine, la freschezza è impareggiabile: una focaccia appena sfornata ha un sapore e una consistenza che nessuna versione acquistata può davvero replicare.
La ricetta base parte da un impasto semplice composto da farina, acqua, lievito, sale e olio extravergine, ma la vera differenza nasce dalla gestione della lievitazione e dell’idratazione.
Un impasto ben idratato e lasciato riposare a lungo sviluppa una mollica morbida e areata, mentre la salamoia aggiunta in superficie rende la focaccia irresistibilmente croccante.
Molte famiglie tramandano varianti personali della ricetta base, dalle più alte e soffici a quelle più sottili e croccanti.
In ogni ricetta di qualità, la scelta della farina è decisiva: una farina di tipo 0 o 00 dà un risultato soffice, mentre l’aggiunta di semola offre una texture leggermente più rustica.
L’acqua deve essere a temperatura ambiente per favorire una lievitazione equilibrata, mentre l’olio extravergine svolge un duplice ruolo, nutrendo il glutine e contribuendo alla croccantezza.
Il sale va dosato con attenzione per evitare che interferisca con il lievito nelle prime fasi, ma serve per dare sapore e struttura. Infine, la salamoia aggiunta prima della cottura aiuta a ottenere la superficie dorata e brillante.
Il procedimento parte da un impasto morbido che va lavorato con delicatezza, piegandolo più volte per rafforzarne la struttura interna.
In seguito, deve riposare in una ciotola coperta fino al raddoppio, fase che richiede pazienza e temperatura stabile.
Quando viene steso nella teglia, è essenziale creare le tipiche fossette con i polpastrelli, che trattengono l’olio e la salamoia.
La cottura ad alta temperatura garantisce una crosta perfetta, mentre l’interno rimane morbido. Ogni forno è diverso, perciò occorre osservare il colore e valutare quando la superficie raggiunge la giusta doratura.
Differisce dalla pizza soprattutto per la consistenza interna, decisamente più soffice e alta, mentre la pizza è generalmente più sottile e con una crosta più marcata.
Inoltre, il pane ha un uso molto più abbondante di olio extravergine, sia nell’impasto sia in superficie, elemento che ne determina l’aroma.
Molti la considerano un ponte tra pane e pizza, ma ogni elemento della preparazione rivela una personalità ben definita.
Dal punto di vista tecnico, richiede una lievitazione più lunga e un impasto più idratato, mentre la pizza si affida a una stesura più sottile e una cottura molto rapida.
Le fossette tipiche della focaccia servono a trattenere condimenti e olio, mentre la pizza punta più sull’equilibrio tra base, pomodoro e mozzarella. Il sapore risulta quindi più ricco nella focaccia e più diretto nella pizza.
Presenta una mollica più alta e alveolata, soffice al morso e leggermente elastica, mentre la pizza tende ad avere una crosta croccante e un interno più sottile.
Inoltre, l’olio mescolato all’impasto dona morbidezza e una sensazione di leggerezza, soprattutto nelle varianti più idratate. Queste differenze rendono i due prodotti complementari, non sovrapponibili.
Scopri, allora, i dubbi più comuni sull’argomento.
La differenza principale risiede nel trattamento dell’impasto: la focaccia viene stesa e lasciata lievitare prima di essere cotta, mentre la pizza viene infornata immediatamente dopo aver steso l’impasto.
È possibile usare solo farina 00 per una focaccia semplice e leggera, ma molte tradizioni — come quella della barese — usano anche farina di semola e patate lessate per ottenere una consistenza più morbida e una mollica più ricca.
Un buon impasto base richiede una prima lievitazione in ciotola di circa 1–2 ore, seguita da una seconda lievitazione dopo essere steso nella teglia, per almeno un’altra ora.
La versione ripiena — come la focaccia di Recco — offre un’esperienza gustativa diversa e speciale, con una crosta sottile e un cuore cremoso di formaggio, ideale come piatto rustico e conviviale.
È meglio consumarla appena sfornata, quando è tiepida e fragrante. Se ne rimane, puoi conservarla in un sacchetto di carta per 1–2 giorni a temperatura ambiente, e riscaldarla brevemente in forno prima di servirla per ritrovare croccantezza e fragranza.