Veronica Balsamo morta nel dirupo, l’intervista a Emanuele Casula 24 ore prima dell’arresto

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«Non so neanche io come Veronica sia finita in quel dirupo: aspetto anche io delle risposte… Cioè se sia stata una cosa casuale o se sia stata voluta…».

24 ore prima del suo arresto, Emanuele Casula ha raccontato “Quarto Grado” la sua versione dei fatti riguardo la notte della morte della fidanzata Veronica Balsamo, trovata senza vita in un dirupo a Roncale, in Valtellina, lo scorso 24 agosto. Il diciottenne è gravemente indiziato anche per il tentato omicidio di Gianmario Lucchini, colpito più volte con un cacciavite la notte stessa in cui è morta la giovane.

Di seguito alcuni stralci dell’intervista realizzata da Ilaria Mura, trasmessa integralmente questa sera, su Retequattro.

Inviata: Secondo te, dopo l’incidente, Veronica si è incamminata sotto shock verso il dirupo ed è caduta?
E. Casula: O così… o non so.
Inviata: Tu hai un blackout dell’incidente?
E. Casula: …non ho un blackout…
Inviata: Ma ricordi che ti sei capottato?
E. Casula: Mi ricordo un primo cappottamento. Poi ho picchiato anche io la testa.. non so dove e non so se sono svenuto un attimo… Dopo l’incidente sono scappato perché sono sceso dalla macchina… ho guardato dentro e fuori l’auto e Veronica non c’era. Non sapevo cosa fosse successo e, non avendo la patente, ho iniziato a pensare: “Ma sono stato io a incidentare questa macchina?”. Non so il perché… Ho visto che arrivava un signore. Ho pensato: “Arriva un carabiniere e sono casini”… perché stavo facendo la patente, che mi serviva per andare a lavorare…
Inviata: Sei stato notato soltanto tu uscire dalla macchina.
E. Casula: Lo so… anche io i miei dubbi e le mie perplessità. Però so che lei era con me in macchina e guidava lei.
Inviata: Ma quel giorno tu, Emanuele, eri agitato: hai rubato la macchina, hai commesso un furto di medicinali. Tutti ti hanno visto un po’ strano..
E. Casula: Lo so…
Inviata: Possibile che tu abbia rimosso soltanto quel segmento?
E. Casula: No: io mi ricordo tutto… cioè non ricordo il frammento di quando ci siamo cappottati in macchina e basta.
Inviata: Cosa è successo? Avete litigato durante il tragitto?
E. Casula: È stata una semplice lite, perché io… era successo un fatto con una ragazza e l’avevo detto a lei per non farla rimanere all’oscuro. Volevo dirgliele chiare le cose.. non volevo tenere nascosto nulla…
Inviata: Perché siete andati fin lassù?
E. Casula: Volevamo fumare una canna. È passata a prendermi e ho detto: “Andiamo lì… ci fumiamo una canna e ne parliamo tranquilli”. Siamo stati lì a parlare… Ero arrabbiato: sono sceso dalla macchina per sbollire un po’ e ho tirato un pugno al vetro. Ne ho anche i segni. Il vetro si è spaccato, non ricordo se quello del lato passeggero o quello posteriore. Dopo le ho detto: “Basta con questa storia! Andiamo a fumare questa canna a casa”. Stavamo scendendo: andava veloce. Le ho detto di rallentare. Lei ha bestemmiato un po’. Dopo ha sbandato la macchina: prima a destra poi è andata come dritta. Ha preso un muretto, una pianta… e abbiamo iniziato a ribaltarci. Io mi ricordo un ribaltamento…

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