Caso Scazzi, Michele Misseri a Quarto grado commenta la motivazione della sentenza

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«E chi siamo? La ‘ndrangheta? La più grossa malavita dell’Italia? Tutti ci hanno sempre descritto bene poi, tutto a un tratto, siamo diventati una ‘ndrangheta?». Michele Misseri commenta il movente descritto nelle motivazioni della sentenza, depositate dalla Corte d’Assise di Taranto, secondo le quali Sarah Scazzi sarebbe stata uccisa perché venuta a conoscenza di un segreto indicibile della famiglia Misseri. «Non c’era nessun segreto», prosegue l’uomo.

Nell’intervista esclusiva rilasciata all’inviata Videonews Ilaria Cavo – che sarà trasmessa integralmente questa sera a “Quarto Grado”, su Retequattro – lo zio di Sarah afferma inoltre che «quel buco nero di cui hanno parlato, quel giorno io l’avevo in testa. Ho chiesto una perizia psichiatrica, ma non mi è stata concessa. Non ricordo come sia successo, quando ho messo la corda… Sarah non mi aveva fatto niente. Perché l’ho uccisa? Nel prossimo grado di giudizio chiederò ancora una perizia: voglio sapere quel che ho in testa…».

La giornalista sottolinea poi che, secondo i giudici, non è stato lui a ucciderla, ma Sabrina e Cosima. «E davano a me il cellulare? Mi dicevano tienimi pure il cellulare che poi lo fai trovare?», dichiara l’uomo. «Non lo penso. L’avrebbero distrutto loro».

Michele Misseri continua scagliandosi contro la sentenza, dove si sostiene che la figlia e la moglie abbiano ucciso assieme “perché esasperate”. «Sarebbero scattate tutte e due insieme per ammazzare Sarah? Non lo penso proprio. Tutto sbagliato… C’è stato solo un periodo in cui in casa c’era un po’ di nervosismo… anche se non abbiamo mai parlato di separazione e io non ho mai pensato di andarmene. Sabrina mi ha detto tante volte che quando si sarebbe sposata, sarei dovuto andare a vivere a casa sua. Mi manca quella parola che mi diceva: ‘paparino’… non mi sento più un padre».

«Per i giudici, sono credibile solo quando accuso Sabrina, perché gli fa comodo… perché secondo loro lei ha il movente». Misseri racconta: «sono preoccupato per mia figlia. Sta male. Non ce la farà.. Io cerco di resistere. Se Sabrina non reggerà fino alla Cassazione, nemmeno io ci sarò più sulla faccia della terra. Ho detto a mia figlia che se fosse stata un’assassina l’avrei aiutata, non l’avrei abbandonata. Ma in ogni caso, non mi sarei assunto la sua responsabilità e non l’avrei aiutata a seppellire un corpo».

«Mio nipote Cosimo sta malissimo», va avanti Misseri. «Mi dispiace per lui, perché se muore muore da innocente. È il mio nipote preferito, sempre pronto ad aiutarmi qualunque cosa gli chieda. Certo, non darmi una mano per gettare Sarah in un pozzo. È innocente, come mio fratello Carmine».

Quando la giornalista gli domanda se lui avesse avuto un istinto sessuale nei confronti di Sarah, Misseri risponde: «No. Forse le ho toccato il seno quando l’ho sollevata, forse le ho fatto male e lei mi ha dato un calcio».
«Mi sono fatto crescere i baffi in segno di lutto», conclude infine Michele Misseri. «Me l’ha chiesto mio fratello Salvatore in un sogno. Ma se mia moglie e mia figlia usciranno dal carcere, li toglierò».

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